IL FILO DEL RASOIO

Qualche giorno fa leggevo il capitolo di un libro (Bob Proctor “Sei nato ricco”) dal titolo “Il filo del rasoio “. Parla di quella sottile linea di confine con la quale , consapevolmente o meno, abbiamo a che fare tutti i giorni, quel confine che continuamente oltrepassiamo da un lato all’ altro tramite le nostre scelte, i nostri atteggiamenti, i modi di affrontare il singolo giorno, la singola prova. Con queste varianti che dobbiamo per forza gestire facciamo la differenza , soprattutto nel lungo termine o nei momenti di svolta più importanti. E sarebbe davvero bello avere sempre la lucidità necessaria per mantenersi sempre da quel lato del confine che ci permette di esprimere qualcosa in più, e non in meno, del nostro potenziale.

Avendo in mente questo questo pensiero, oggi ho avuto l’occasione di cogliere la percezione di questo filo del rasoio tramite un’esperienza molto comune che in questo caso, vissuta dal lato giusto, è diventata abbastanza speciale.

Io e mia moglie eravamo alle prese con i primi compiti, del primo anno di scuola, di nostro figlio, quindi si trattava di dover fare poca roba e anche abbastanza semplice, però lui non ne voleva sapere. Abbiamo cercato di persuaderlo con la calma, di spiegargli che , anche se noiosi, sono utili per imparare tante cose e poter fare da grande ciò che vuole; abbiamo provato a fargli capire che tutto il tempo che stava perdendo a lamentarsi l’avrebbe potuto trascorrere a giocare, dovendo in fin dei conti dedicarne poco per i compiti. Un’intera mattinata passata così fino ad arrivare a perdere la calma.

A quel punto ho fatto notare a mia moglie che era abbastanza ovvio che le grida e/o le minacce non sarebbero servite a nulla, che se nostro figlio avesse cominciato i compiti associandoli ad una situazione di stress, li avrebbe odiati per i giorni a venire. Piuttosto era meglio partire dopo, con calma, ma con il piede giusto, senza forzare subito le cose.

In verità stavamo dimenticando che per lui, in modo particolare (ma mi sembra che possa valere per tutti i bambini), il filo del rasoio taglia l’esperienza di un nuovo impegno o sfida, da una modalità che noi diamo per scontata e che quindi ci porta a forzare, a un modo di affrontarla che prevede invece l’uso di un po’ di fantasia e gioco.

Infine mia moglie ha risolto la situazione creando, con un paio di tovaglioli e un elastico, il ‘fantasmino dei compiti’ , un simpatico spiritello che abita i libri e i quaderni e si materializza quando è l’ora di fare i compiti arrivando in volo, non su una scopa, ma su una matita, per fare compagnia e aiutare i bimbi. E non importa se sia la mamma o il papà a farlo muovere e dargli la vocina, nostro figlio in quel momento è con il fantasmino che parla. Quindi in quest’occasione è così che abbiamo passato quella sottile linea di confine verso il potenziale migliore e incredibilmente ha anche fatto più esercizi di quanto avrebbe dovuto.

Sono tante le volte in cui si presenta questa possibilità, forse così tante che basterebbe un po più di attenzione quotidiana per veder piegare il nostro cammino della vita verso una strada almeno un tantino, o tantissimo, più luminosa.

Forse in ciò che ci sembra più banale si cela il maggior numero di fili al quale stare attenti. Ad esempio: diamo per scontato le persone care che ci stanno accanto o ci premuriamo di donare qualche sorriso in più, di dire qualche “ti voglio bene” , “ti amo” più spesso? Ci svegliano la mattina al solito orario, giusto in tempo per andare al lavoro o ci alziamo mezz’ora, un’ora prima (che magari toglieremo all’inutile zapping in TV o sui social la sera) per sfruttare questo tempo in altri modi preziosi? Potrebbero essere: dedicare il pensiero alla gratitudine per ciò che si ha; un po di esercizio fisico che ci evita di lamentarci della nostra salute e del tempo che manca per prendercene cura; riflettere su ciò che per noi ha davvero importanza, farne una lista; dedicarsi a progetti/passioni alternative all’impiego quotidiano che ‘usiamo’ per vivere; programmare la giornata per affrontarla con più chiarezza e meno ansia e/o dimenticanze; tanti altri modi ancora. Per fare altri esempi su sottili linee da oltrepassare: aspettiamo che sia sempre l’altro a chiamare, chiedere scusa, fare una proposta, offrire un aiuto, ecc., o facciamo noi il primo passo? Ci offendiamo sempre e comunque o tacciamo ogni tanto per comprendere una critica, un manifestazione di rabbia, un grido d’aiuto dell’altro? Per questa volta completiamo quel lavoro, portiamo fino in fondo quell’impegno per vedere come va a finire, o ci arrendiamo, troviamo una scusa, ci facciamo bloccare da qualche paura o pensiero di autosabotaggio? Decidiamo volta per volta, giorno per giorno, di non ripetere quell’azione che sappiamo benissimo non ci porterà nulla di buono, con la fiducia che quel lasciare andare darà spazio a qualcosa di migliore, o cediamo all’abitudine e/o alla sfiducia?

La lista di esempi potrebbe essere infinita, ma la cosa più importante da ricordare è il concetto stesso del ‘filo del rasoio’ , l’abitudine che dovremmo avere di prestargli attenzione. Perché anche percepire dieci, cento volte quella linea di confine nella stessa situazione finché si trova la volontà di attraversarla, è sempre meglio che rimanere bloccati dallo stesso lato non riuscendo a notarla affatto.

Detto ciò auguro a chiunque (anche a me!) di poter sempre percepire il proprio filo del rasoio e trovare il modo per oltrepassarlo.

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