VISIONE BUDDISTA comprensione pratica

∞Se abbiamo almeno accettato la possibilità di una visione diversa della nostra esperienza chiamata vita (vedi articolo precedente), possiamo cercare di capire più a fondo la coesistenza di una mente unica, che comprende noi e tutto ciò che circonda, con quella che consideriamo la nostra esistenza personale e separata.

Possiamo pensare alla mente unica e la sua infinita energia come all’oceano in cui non si possono distinguere diverse parti, ma dove semplicemente tutto è acqua che si muove e si mescola in se stessa. Partendo da questo stato unico, che rimane sempre la realtà ultima e originaria allo stesso tempo, collochiamo la nostra esperienza di vita all’interno di quel lunghissimo ciclo in cui infinitesime  parti di oceano partendo dallo stato di gas subiscono svariate trasformazioni diventando ora nuvole, ora singole gocce d’acqua o fiocchi di neve, per poi riaggregarsi in ghiacciai,fiumi, laghi,ecc. fino a tornare al punto di partenza. E proprio come il vapore nell’aria solo ad una certa temperatura si condensa diventando visibile, così l’energia infinita a seconda della propria frequenza,su più livelli e in svariati modi essa si manifesta. Ad esempio ad una stessa frequenza energetica si manifesta sia il colore verde, sia la quinta musicale del DO (non a caso vi do questo particolare spunto per invitarvi a leggere anche questo articolo e conoscere un personaggio molto interessante: Gustavo Rol).

A questo punto è necessario cercare di comprendere come all’interno di questo macro ciclo ognuno di noi partecipa alle manifestazioni della mente creando le esperienze personali.

Ciò che le determina, che fa da anticamera ad esse, è la qualità dei piani più sottili del nostro essere, quindi i nostri pensieri, le nostre emozioni, i nostri giudizi, le nostre credenze, le nostre intenzioni. E qui è la fregatura da trasformare nella chiave che permette di guidare più consapevolmente la nostra vita. Infatti sin dalla nascita noi non facciamo altro che subire impulsi di ogni genere, prima di tutto dal nostro ambiente famigliare (quello più determinante), poi dalla scuola, dalle persone che frequentiamo, dalla società che viviamo, quest’ultima a sua volta determinata da una moltitudine di fattori sviluppatisi nella storia. Tutto ciò partecipa a creare l’impasto della nostra mente (la singola goccia), quindi determina le frequenze dell’energia potenziale che ‘gestiamo’ e infine, in questo circolo vizioso, le nuove esperienze che faremo. In questa condizione però ciò che fa la differenza è il grado di risveglio che una singola coscienza ha raggiunto e quindi la capacità di creare da se il bagaglio interiore, di elevare la propria mente e cambiare il paradigma a dispetto di tutto ciò che accade intorno e trovare il più possibile la connessione con la mente unica, lo stato della coscienza infinitamente saggia. Così facendo potrà congedarsi da cattive abitudini e atteggiamenti acquisiti dalla famiglia, giudizi e convinzioni imposti dalla società, ecc. Famosi personaggi nel campo della scienza, della politica, della ricerca spirituale e in altri ambiti, sono riusciti a imporre la loro saggezza, la loro visione stravolgendo gli schemi dei loro tempi e producendo benefici per molti.

Ma chiunque può e deve avere la possibilità di cambiare il paradigma che crea le esperienze personali, può e deve fare esperienza di quella via di conoscenza di verità, di risveglio, di ritorno allo stato di coscienza unitario (che potrete preferire chiamare Dio), quella via che personalmente mi vien da chiamare “la via della luce”. In questa via la direzione da seguire è quella dell’amore, inteso come quella forza che ti permette di accrescere la compassione, che ti fa percepire sempre di più l’unione con ogni essere e ogni cosa perchè, che ce ne rendiamo conto o no, siamo sempre e comunque un insieme di macro e micro sistemi di esistenza che agiscono e reagiscono coinvolgendosi e condizionandosi a vicenda in una serie di cause ed effetto e in cui ogni cambiamento del singolo è anche e sempre un cambiamento del tutto, dell’intero sistema. Siamo come parti addormentate di uno stesso corpo che in tale stato si percepiscono come estranee l’una all’altra. Ognuno ha da risvegliarsi, riprendersi dal torpore, affinchè l’intero corpo riprenda coscienza della sua interezza.

Possiamo bene apprendere cosa può voler dire apparire come tanti corpi ma agire come una sola coscienza osservando uno stormo di centinaia di uccelli che si muove compatto e sincronizzato nel cielo. La natura ha sempre molto da insegnarci e questa in sostanza è la sfida dell’umanità.

In questa via di ritorno a tutti, chi più chi meno, toccherà prendere qualche volta la scorciatoia della sofferenza, perchè rimasti indietro o per  la necessità di dare un accelerata alla marcia. E’ grazie ad essa che possiamo imparare l’umiltà, perchè senza sofferenza non avremmo compassione per chi la sta vivendo e perchè in alcuni casi, come in grandi tragedie che coinvolgono molti esseri ci costringe a metterci sullo stesso piano e vivere in unione una stessa esperienza di dolore.

Se immaginiamo questa via di ritorno come una scalata verso la vetta, allora pensiamo alla nostra mente come alla corda con il gancio da lanciare nel punto più alto, ognuno secondo il proprio livello di pratica e allenamento, ognuno con i propri tempi e nel proprio percorso. E ad ogni traguardo raggiunto non c’è altro da fare che rilanciare la corda verso la prossima vetta che sentiamo di poter raggiungere.

Ma nella pratica,nella vita di tutti i giorni,da dove cominciare? Io credo che per migliorare se stessi alcuni atteggiamenti siano di primaria importanza:

  • Sostituire immediatamente il giudizio con la voglia di comprendere: se stessi, gli altri, i loro comportamenti e reazioni, ogni situazione ed esperienza e la loro causalità.
  • Quindi tenere sotto stretta osservazione la propria mente, prestando attenzione alle nostre azioni e reazioni (anche verbali) nella vita di tutti i giorni,le abitudini e le scuse che ci inventiamo per non cambiarle, i pensieri, le convinzioni e i pregiudizi che le producono. Quindi osserviamo, la nostra rabbia, la nostra invidia, la nostra frustrazione, come fossero dei nemici da studiare e affrontare, ma prestiamo attenzione anche a tutto ciò che di buono siamo e di cui facciamo esperienza per esserne grati e continuare a prendercene cura.
  • Soprattutto rendiamoci conto che essendo come individui anche il risultato di tante condizioni diverse che ci hanno influenzato, è molto utile non rimanere aggrappati a ciò che crediamo di essere e non sentirci attaccati dal cambiamento, perchè è molto più naturale evolvere il proprio modo di essere e non identificarsi con tali condizioni relative.

Solo con spirito di osservazione e umiltà possiamo rivedere il nostro inventario e lasciare andare ciò che non serve davvero e cominceremo a renderci conto che se prima stavamo guidando la nostra vita guardando lo specchietto retrovisore, adesso è il momento di riprendere il controllo guardando avanti, ciò che viene prima, cioè il nostro mondo interiore, quindi decidere dove vogliamo andare.

Nel prossimo articolo cercherò di elencare una serie di buone abitudini e buone visioni pratiche da sperimentare nella vita di tutti i giorni, perchè nulla ha senso se non si può praticare e vederne i risultati.

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